Le domeniche al Nord
Domenica 9 Dicembre 2018.
Spira impetuoso il maestrale sin dal primo mattino, tanto teso da svegliarmi. Grigie nuvole corrono furiose in cielo. L'appuntamento è alle 11, tavole e mute, si punta a nord. L'incertezza è tanta ma un giro per scogliere è sempre meglio d'una domenica sul divano. Nel falso mito di un'onda a Capo Testa, puntiamo dritti verso Santa Teresa. Crocchetta trema, sbanda e beve più di "un alpino ubriaco".
Il vecchio diesel, mio coetaneo, arranca tra le cupe curve galluresi.
L'istmo di Capo Terra è immerso nella foschia di un maestrale violento.
A ovest il mare è bianco e schiumoso, sfogo d'antica rabbia. Santa Reparata annega tra incessanti close out. A est il nulla, piatto totale. Spruzzi bianchi s'alzano per decine di metri sulla scogliera esposta. non ci resta che far due passi per sgranchirci dal torpore e per ammirare l'impeto d'un mare ben più rancoroso del pacifico Tirreno. Le Bocche viaggiano su leggi proprie. Cupo il blu al largo, schiarisce pian piano sulla costa sino ad esplodere sul granito con un candido boato.
Puntiamo ad ovest nella certezza di restare asciutti.
Da Rena Majore a Monti Russu è un susseguirsi di canute distese schiumose. Abbiamo giusto il tempo per prendere un po di freddo a Vignola. La torre sembra lontana, il vento aumenta a dismisura. Uno sterrata e giù sino al mare, tra la macchia scoviamo una chiesetta a due passi dalla scogliera. Poco più giù una mezza onda pulita ci accalappia. Un barlume di speranza? Aspettiamo la serie.
Niente da fare, la placida baia ridonata nasconde, tra un cavo e l'altro, mostruose e affilate fauci di roccia. Il metrello era una trappola. Niente surf, oggi ci diamo al treschino.
La torre di Vignola è ristrutturata di fresco, il portone è aperto, entriamo. Sembrerebbe una torre aragonese di fine medio evo. Saliamo sino in cima a goderci lo spettacolo, massacrati da lame d'aria ghiacciata. Uno scenario unico, impagabile; Solitari scogli al largo vengono sovrastati da montagne d'acqua. Il sole è sempre più basso.
Al nord non c'è spazio per noi surfisti della domenica.
Spira impetuoso il maestrale sin dal primo mattino, tanto teso da svegliarmi. Grigie nuvole corrono furiose in cielo. L'appuntamento è alle 11, tavole e mute, si punta a nord. L'incertezza è tanta ma un giro per scogliere è sempre meglio d'una domenica sul divano. Nel falso mito di un'onda a Capo Testa, puntiamo dritti verso Santa Teresa. Crocchetta trema, sbanda e beve più di "un alpino ubriaco".
Il vecchio diesel, mio coetaneo, arranca tra le cupe curve galluresi.
L'istmo di Capo Terra è immerso nella foschia di un maestrale violento.
A ovest il mare è bianco e schiumoso, sfogo d'antica rabbia. Santa Reparata annega tra incessanti close out. A est il nulla, piatto totale. Spruzzi bianchi s'alzano per decine di metri sulla scogliera esposta. non ci resta che far due passi per sgranchirci dal torpore e per ammirare l'impeto d'un mare ben più rancoroso del pacifico Tirreno. Le Bocche viaggiano su leggi proprie. Cupo il blu al largo, schiarisce pian piano sulla costa sino ad esplodere sul granito con un candido boato.
Puntiamo ad ovest nella certezza di restare asciutti.
Da Rena Majore a Monti Russu è un susseguirsi di canute distese schiumose. Abbiamo giusto il tempo per prendere un po di freddo a Vignola. La torre sembra lontana, il vento aumenta a dismisura. Uno sterrata e giù sino al mare, tra la macchia scoviamo una chiesetta a due passi dalla scogliera. Poco più giù una mezza onda pulita ci accalappia. Un barlume di speranza? Aspettiamo la serie.
Niente da fare, la placida baia ridonata nasconde, tra un cavo e l'altro, mostruose e affilate fauci di roccia. Il metrello era una trappola. Niente surf, oggi ci diamo al treschino.
La torre di Vignola è ristrutturata di fresco, il portone è aperto, entriamo. Sembrerebbe una torre aragonese di fine medio evo. Saliamo sino in cima a goderci lo spettacolo, massacrati da lame d'aria ghiacciata. Uno scenario unico, impagabile; Solitari scogli al largo vengono sovrastati da montagne d'acqua. Il sole è sempre più basso.
Al nord non c'è spazio per noi surfisti della domenica.
Andrea Mignogna
