La Paranza: il Molino.


Simone Campa


Collegno, Martedì 17 Luglio 2018
I giorni si confondono, le mattinate s’offuscano. Il mio viaggio varca lentamente il suo spartiacque settimanale. Senza ricordar più che giorno sia, vado a recuperare Simone per un’altra gita. Oggi si va' a Collegno, agli Ex Mulini della Barca. Luca, il frontman dei Mau Mau ci aspetta nel suo studio di registrazione. Tre caffè, un paio di panini e un furgone ansimante. 
La Dora Riparia si fa' spazio tra i campi. Un grosso fiume placido dalle larghe anse. Il verde è violento, acido. L’estate nordica si prende gioco della desertificazione meridionale. 
Il Molino è un vecchio impianto industriale d’oltre un secolo, ha la sua ferrovia e una piattaforma di scambio per treni, una struttura immensa. Al suo interno, oltre ad una turbina idroelettrica, hanno sede numerose attività, tra cui diversi studi di registrazione. Luca sta in mansarda. Tre piani di scale senza ascensore. Un montacarichi pericolante soccorre le nostre spalle doloranti. 
La sala è immensa, centinaia di strumenti diversi e migliaia di oggetti raccolti dalla band durante gli oltre vent’anni d’attività. Luca ne va fiero e geloso, senza trattenersi dal mostrare ogni piccolo gingillo. Il posto è magico, affacciato su un’ansa da sogno. Sullo sfondo l’ingresso della Val di Susa. 
Disfiamo i bagagli, decine di tamburi a cornice, due macchine fotografiche e un cavalletto, si inizia a registrare sulle note d’una cascata poco distante. Non ci sono contaminazioni; musica e natura, finalmente la pace. Le mani di Simone volano sulle pelli, due microfoni registrano ogni frequenza. Il risultato grezzo è ipnotico. L’esperienza di Luca è impagabile. 
Panino, caffè e riprendiamo. L’orologio si ferma, il sole passeggia nel suo sentiero. 
Finiamo le registrazioni a pomeriggio inoltrato, siamo in ritardo per la restituzione del furgone. 
La pace d’un luogo magico viene dilaniata dalla nostra fretta, voliamo a Torino, abbiamo quintali di strumenti da scaricare, un serbatoio da riempire e il traffico pomeridiano di una città affollata da affrontare. 
Pronto a svenire, arrivo a San Salvario con 45 minuti di ritardo: novanta euro di penale. Fortunatamente non si sono accorti delle bozze prodotte dalla grandinata nel Monferrato.

Con le gambe doloranti e Francesco Piu nelle orecchie, mi trascino verso Crocetta, bramando il divano di chi mi ospita. Domani sarà il primo giorno libero dopo oltre una settimana di corse disperate, non sono un amante degli spazi chiusi, ma qualche ora senza uno zaino in spalla e con un tetto sulla testa non dispiace, alle volte.  

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ex mulini della barca

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