Porto Ferro, un week-end di maestrale.

25-27 Agosto 2018.

Sabato pomeriggio l’alternatore di Crocchetta non ne vuole sapere, le batterie ve le caricate da soli! Sull’Olbia-Sassari c’è stato poco da fare, inversione al primo svincolo e tutti a casa con l’amaro in bocca e il vento in continuo aumento. Un malinconico rientro, tra una batteria quasi a terra e un camper da scaricare. 
Domenica l’idea arriva all’alba: tenda, amaca e sacco a pelo, il camping di Porto Ferro non è poi così male anche senza il mio Westfalia arrugginito. Carichiamo la Panda con tanto di tavola da surf incastrata tra i sedili e ci riproviamo. Il vento sembra stia calando. 
All’ora di pranzo, l’amaca è già piazzata tra due pini, Nicole la testa per bene nel mentre che io finisco di gonfiare il materasso gonfiabile (si ho bisogno del materasso anche in tenda o mi si incricca la schiena). La malsana idea di provare la tavola nuova nelle ultime ore della giornata con un paio di metri d’onda e un vento ancora troppo teso, si schianta sugli ultimi scampoli di buon senso del mio spirito di autoconservazione. Optiamo per uno dei percorsi attorni alla baia. 
A sud della spiaggia, tra le scogliere di trachite e arenaria, nel XVII gli spagnoli costruirono la torre di Bantine Sale. Dal promontorio è possibile ammirare buona parte di Capo Caccia. Il percorso dalla spiaggia, sferzato da una mareggiata impietosa, è semplice e spettacolare. Al rientro al campeggio, un invadente profumo di arrosto e frittura ci costringe a lasciar da parte il frigo e sbranarci due panini della Griglieria di Poto Ferro.  

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro



Lunedì all’alba l’onda è più affine alle mie capacità, bagno ghiacciato e un’oretta di schiuma senza concludere gran che, meglio riprendere coi percorsi naturalistici, il trekking è una disciplina più affine alle mie attuali capacità.
A nord della spiaggia rossastra di Porto Ferro si possono raggiungere altre due torri spagnole. La vista è spettacolare. I due ruderi sono divisi dalla spiaggia per nudisti, una caletta splendida dall’acqua cristallina, qualche vecchio naturista raggrinzito non intacca più di tanto la vista mozzafiato. 
Una giornata limpida e senza vento rende la breve vacanza ancor più rilassante. Gli ultimi scampoli di scaduta mi permettono finalmente di provar la mia nuova Kazuma Fish, in compagnia di un’altra mezza dozzina di surfisti della domenica. Onde piccole e lente, tra risate e wipeout da paperissima. Poco distante da noi, la Bonga Surf School sforna giovanissimi surfisti in grado di mangiarci la pasta in testa a ogni mezza mareggiata.

L’idea di rientrare a casa spezza la totale spensieratezza dei due giorni, non ne vogliamo sapere, smontiamo la tenda e andiamo goderci il tramonto dal belvedere di Capo Caccia, il piccolo frigo ha ancora un paio di birre fresche da consumare.

Libellula

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro

Porto Ferro


Porto Ferro

Capo Caccia

Capo Caccia

Capo Caccia

Capo Caccia

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